Tag: griglia stagione 2019-2020

Le parole note

VENERDÌ 7 FEBBRAIO 2020 ORE 21

 

GIANCARLO GIANNINI

in

Le parole note

con
Marco Zurzolo Quartet:
Marco Zurzolo – sax alto e soprano; Carlo Fimiani – chitarra;
Aldo Perris – contrabbasso; Agostino Mennella – batteria
produzione
Cabiria Production

le parole note per scheda

Un raffinato omaggio alle donne. Da una voce straordinaria

Un singolare incontro tra letteratura e musica. Autori diversi e un unico tema: l’amore, la donna, la passione… la vita! Un viaggio nell’universo femminile oltre i confini geografici e temporali: Neruda, Garcia Lorca, Marquez, Shakespeare, Angiolieri, Salinas… Il contrastato caleidoscopio dei sentimenti diventa filo conduttore dell’esibizione.
Uno degli attori più celebrati, particolarmente esperto nell’analisi della parola, condurrà il pubblico, con la sua voce calda e penetrante, attraverso atmosfere mistiche, malinconiche, amorose ed ironiche in un viaggio dal Duecento ai giorni nostri. Un’interpretazione appassionata e vibrante che s’intreccia con l’esecuzione di brani inediti del sassofonista partenopeo Marco Zurzolo e del suo quartetto, in perfetto equilibrio tra musica e parole.
Grandi emozioni. Molteplici atmosfere. Un unico spettacolo: Le parole note.

Giancarlo Giannini ha raccontato la storia italiana attraverso film indimenticabili, che sono entrati nella storia del cinema mondiale. Diretto dal gotha della cinematografia italiana, da Luchino Visconti (L’innocente, 1976) a Sergio Corbucci (Il Bestione, 1974; Bello mio, bellezza mia, 1982) passando per Mario Monicelli (Viaggio con Anita, 1979; I Picari, 1988; Il male oscuro, 1990), Dino Risi (Sessomatto, 1973) e Nanny Loy nell’indimenticabile ruolo di Salvatore Cannavacciuolo di Mi manda Picone (David di Donatello come miglior attore protagonista, 1984), fondamentale per la sua carriera si rivela l’incontro con Lina Wertmüller, dal quale nascono personaggi grotteschi e ironici come Mimì metallurgico ferito nell’onore (Nastro d’argento come miglior attore, 1972), il Tunin di Film d’amore e d’anarchia (premio come miglior attore a Cannes, 1973), Pasqualino Settebellezze (nomination all’Oscar, 1976), il marinaio Gennarino di Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974), film che gli portano il successo nazionale e internazionale, consentendogli di essere apprezzato da registi stranieri quali Alfonso Arau (Il profumo del mosto selvatico, 1995) e Ridley Scott (Hannibal, 2001 – Nastro d’argento come miglior attore non protagonista). Giancarlo Giannini è anche regista, sceneggiatore, doppiatore e scrittore.

Piccole gonne

GIOVEDÌ 30 GENNAIO 2020 ORE 21

 

ALESSANDRO FULLIN

in

Piccole gonne

scritto da
Alessandro Fullin
liberamente ispirato a
“Little Women” di Louisa May Alcott
con
Tiziana Catalano, Sergio Cavallaro, Simone Faraon,
Ivan Fornaro, Mario Contenti, Paolo Mazzini
audio
Davide Faraon
costumi
Monica Cafiero
coreogrfie
Sergio Cavallaro
produzione
Musa Produzioni

regia
Alessandro Fullin

piccole gonne per scheda

Infeltrimento teatrale di un classico della letteratura americana

Mrs March, una madre estremamente apprensiva, deve sistemare le sue quattro figlie con matrimoni all’altezza delle sue aspettative. Purtroppo, nessuna delle ragazze (Meg, Jo, Amy, Beth), malgrado esse siano convinte del contrario, ha molto da offrire ai loro corteggiatori: poche qualità unite ad un aspetto stucchevole. Mrs March tuttavia non si darà per vinta e, coadiuvata dall’avara Zia March, riuscirà a portare all’altare ognuna delle sue protette.

Con la sua personalissima vena comica, Alessandro Fullin propone una rilettura tagliante e ironica di quel classico Little Women, celebre testo di Louisa May Alcott, che le nostre sorelle avevano sempre tra le mani fino agli anni ’60, autentico prontuario per le ragazze per bene. Piccole gonne è un affresco dell’America pioniera e puritana del XIX secolo in chiave contemporanea, che mescola con ironia la Guerra di Secessione con Barack Obama.
Lo spettacolo, nella più schietta tradizione elisabettiana, sarà interpretato da soli attori uomini. Con un’unica eccezione. E sarà proprio il pubblico che dovrà scoprire chi è l’intrusa su un palco in cui nessuno lascerà nulla di intentato per esprimere la propria femminilità!

Al Cavallino Bianco

MERCOLEDÌ 22 GENNAIO 2020 ORE 21

 

COMPAGNIA D’OPERETTE
ELENA D’ANGELO

in

Al Cavallino Bianco

Operetta in tre atti

di
Hans Müller-Einigen, Erik Charell e Robert Gilbert
musiche
Ralph Benatzky e Robert Stolz
con
Elena D’Angelo, Matteo Mazzoli, Francesco Tuppo, Merita Dileo, Stefano Menegale, Gianni Versino, Serge Manguette, Giada Bardelli, Carlo Randazzo, Paola Scapolan
e con
Orchestra Grandi Spettacoli
direttore
Sabrina Concari
corpo di ballo
Arte Danza University
allestimento e costumi
Elena D’Angelo
produzione
Gruppo Da Camera Caronte

regia e coreografie
Serge Manguette

al cavallino bianco per scheda

Tra buonumore e atmosfere romantiche

Tutto accade all’hotel “Al Cavallino Bianco”. La bella vedova Gioseffa, innamorata dell’avvocato Bellati, è costretta a licenziare camerieri su camerieri perché non riescono a resistere alla tentazione di infatuarsi di lei. Tra gli spasimanti c’è anche Leopoldo, segretamente perso d’amore per Gioseffa. Ma è quando entra in scena il buffo e ricco Pesamenole accompagnato dalla figlia Ottilia, che per faccende di lavoro è in causa con un suo concorrente difeso proprio dall’avvocato Bellati, che la storia si accende. Equivoci, scompigli lavorativi e intrecci amorosi caratterizzano l’estate del Cavallino Bianco, finché l’arrivo dell’Arciduca, durante la stagione della caccia, farà tornare la calma e la serenità. Siamo a St. Wolfgang, nel Salzkammergut. Alta Austria. E questa è una delle operette più amate e viste del pianeta. Un tripudio di innamoramenti, malintesi e divertimento tra canzoni melodiose e frizzanti ballabili!

Una briosa operetta tedesca in tre atti, andata in scena in prima assoluta a Berlino nel 1930 e successivamente vietata per le origini ebraiche dei compositori ma immediatamente accolta, con successo di critica e pubblico, a Vienna, Milano, Parigi e, a distanza di pochi anni, applaudita per più di settecento repliche consecutive a Broadway. Uno spettacolo fresco, variegato e gioioso, quasi un fuoco d’artificio, dalla musica assolutamente travolgente e contagiosa, con quadri di elegante spettacolarità e colpi di scena che portano all’immancabile “happy end” coinvolgendo tutti: i simpatici personaggi sul palcoscenico ed i felici spettatori in sala.
Elena D’Angelo e la sua Compagnia saranno i protagonisti di questo celebre lavoro di Ralph Benatzky e Robert Stolz, con orchestra dal vivo, in un allestimento diretto dalla stessa Elena D’Angelo e con una ricercata regia curata dal coreografo Serge Manguette.

Trascendi e sali

GIOVEDÌ 16 GENNAIO 2020 ORE 21

 

ALESSANDRO BERGONZONI

in

Trascendi e sali

di
Alessandro Bergonzoni
scene
Alessandro Bergonzoni
produzione
Allibito srl

regia
Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi

trascendi e sali per scheda

Un funambolico lavoro orizzontalmente verticale

Certamente, quando Alessandro Bergonzoni scrive, allestisce ed interpreta il suo quindicesimo testo, la domanda che nasce spontanea non può che essere: “Dove ci porterà stavolta la sua personalissima, esilarante e poetica scrittura?” Sicuramente in una zona artistica dove “sicuramente” perde in definizione e in significato, dove l’artista prova a esibirsi negandosi, anzi, celandosi nei vuoti e nelle ombre, non solo quelli materiali e visibili, ma anche quelli creati sciamanicamente dalla sua scrittura.
Cercare di raccontare o descrivere questo delicatissimo momento creativo di Bergonzoni può essere ardua impresa in quanto solo e solamente lui può guidare il suo pubblico verso una meta che in realtà può essere proprio la realtà. O meglio quella realtà che solo gli artisti possono definire e modificare rispetto alla loro immaginazione, al loro genio, alla loro ispirazione.
Dall’alto della sua “pensostruttura”, da lui costruita – un ponteggio in metallo su sfondo rosso – Bergonzoni osserva, fotografa e descrive l’umanità con giochi di lingua rocamboleschi, intraprendendo un arduo percorso per scoprire se le immagini reali di questi anni possono essere modificate con la forza dell’arte.

Trascendi e sali: un consiglio ma anche un comando. O forse una constatazione dovuta ad una esperienza vissuta o solo un pensiero da sviluppare o da racchiudere all’interno di un concetto più complesso. Perché in fin dei conti Alessandro Bergonzoni in tutto il suo percorso artistico, che in questi anni l’ha portato oltre che nei teatri, nei cinema e in radio, nelle pinacoteche nazionali, nelle carceri, nelle corsie degli ospedali, nelle scuole e nelle università, sulle pagine di giornali quotidiani e settimanali, nelle gallerie d’arte e nelle piazze grandi e piccole dei principali festival culturali, Bergonzoni dicevamo è diventato un “sistema artistico” complesso che produce e realizza le sue idee in svariate discipline per, alla fine, metabolizzare tutto e ripartire da un’altra parte facendo tesoro dell’esperienza acquisita. E tutto questo ad un autore che non ha rinunciato alla sua matrice comica, mai satirica, aggiunge un ulteriore, ovvia, complessità per il suo quindicesimo debutto teatrale. Trascendi e sali arriva infatti dopo Urge e Nessi, spettacoli che hanno inciso profondamente Bergonzoni, in tutti i sensi, aprendogli artisticamente e socialmente strade sempre più intricate e necessarie. Uno spettacolo dove il disvelamento segue e anticipa la sparizione, dove la comicità non segue obbligatoriamente un ritmo costante e dove a volte le radici artistiche vengono mostrate per essere subito sotterrate di nuovo. Trascendi e sali come vettore artistico di tolleranza e pace, colmo di visioni che, magari, riusciranno a scatenare le forze positive esistenti nel nostro essere. Piuttosto che in avanti potrebbe essere, artisticamente, un salto di lato a dimostrazione che a volte per una progressione non è sempre necessario seguire una linea retta. Dove la carta diventa forbice per trasformarsi in sasso, dove il comico si interroga per confessare e chiedere e tornare a indicare quello che evidentemente lui vede prima degli altri. Forse dall’alto delle sue scenografie o nella regia condivisa con Riccardo Rodolfi. Forse. Sicuramente. Sicuramente forse.

The Black Blues Brothers Show

GIOVEDÌ 9 GENNAIO 2020 ORE 21

 

BLACK BLUES BROTHERS

in

The Black Blues Brothers Show

scritto e diretto da
Alexander Sunny
con
Ali Salim Mwakasidi, Bilal Musa Huka, Hamisi Ali Pati,
Rashid Amini Kulembwa, Seif Mohamed Mlevi
coreografie
Electra Preisner e Ahara Bischoff
scenografie
Studiobazart – Mousiké
attrezzeria
Siegfried e Loredana Nones

the black blues brothers show per scheda

Il ritmo del successo: gli acrobati del sorriso

Cinque acrobati africani con il ritmo e l’energia nel sangue fanno rivivere uno dei più amati miti pop dei nostri tempi, quello dei divertentissimi Blues Brothers, in uno show per tutti. Tra salti mortali e piramidi umane fatevi travolgere dalla trascinante e coinvolgente carica di questa band composta da equilibristi, sbandieratori, saltatori e giocolieri del fuoco. Sulle note della colonna sonora del leggendario film, ecco uno spettacolo adatto ad un pubblico internazionale, dove a parlare sono la musica e il virtuosismo acrobatico.
In un elegante locale stile Cotton Club, seguendo le bizze di una capricciosa radio d’epoca che trasmette musica rhythm’n’blues, il barman e gli inservienti si trasformano in acrobati e ogni oggetto di scena diventa uno strumento per numeri mozzafiato insieme ad una serie incalzante di gag esilaranti, buffi striptease, spassose sfide di ballo e coinvolgimento costante degli spettatori.
Tra circo contemporaneo e commedia musicale, questa produzione, nata dalla fantasia di Alexander Sunny (già produttore di spettacoli di successo e curatore di speciali TV sul Cirque du Soleil), ha conquistato l’Europa grazie alla sua carica di energia e allegria, superando le 500 date davanti a più di 250.000 spettatori. Lo show è stato acclamato in Spagna, Francia, Germania, Olanda, Austria, Svizzera, Polonia, Belgio, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lussemburgo e Italia. Ha elettrizzato il pubblico di teatri prestigiosi, kermesse internazionali tra cui il Festival Sziget di Budapest, il MAC di Barcellona, il Kleines Fest di Hannover, casinò internazionali e grandi eventi. I Black Blues Brothers sono stati ospiti del Principe Alberto per la cena di gala dei Rolex Master di Tennis allo Sporting Club di Montecarlo. L’enorme successo riscosso ovunque è valso agli acrobati l’invito alla celebre trasmissione francese Le plus grand cabaret du monde, considerata il top per queste forme artistiche, dove sono stati salutati con una standing ovation. Lo stesso straordinario esito ottenuto a Tú Sí Que Vales Italia, quando sono arrivati in finale lasciando a bocca aperta pubblico e giuria. Ad agosto 2019 hanno partecipato al Fringe Festival di Edimburgo, la più importante rassegna di spettacolo dal vivo al mondo.

I Black Blues Brothers provengono da Sarakasi, un Trust con sede a Nairobi, in Kenya, fondato dall’alto funzionario ONU Rudy van Dijck e da sua moglie Marion Op het Veld per aiutare i giovani delle bidonville a superare le situazioni di disagio in cui vivono. Per questo loro impegno, gli artisti sono stati invitati ad esibirsi per Papa Francesco durante il Giubileo dello Spettacolo Popolare, un emozionante riconoscimento alla loro bravura oltre che all’attività di solidarietà che svolgono da anni nell’Africa centrale. Il circo come potente mezzo di emancipazione e aggregazione: oggi “i magnifici cinque” trasmettono questa consapevolezza al pubblico durante workshop organizzati da Open Circus, progetto di ricambio generazionale e formazione del pubblico sostenuto dal Ministero dei Beni Culturali italiano.
Sono i Black Blues Brothers: la loro missione è divertirvi!

Concerto Gospel

LUNEDÌ 23 DICEMBRE 2019 ORE 21

 

SOUTH CAROLINA MASS CHOIR

in

Concerto Gospel

direttore
Michael Brown

concerto gospel per scheda

Il gospel è vita! Lunga vita al gospel!

Un prestigioso coro proveniente dalla Carolina del sud, fondato sul finire degli anni ’90 da Michael Brown col primario intento di dare spazio ai numerosi giovani appassionati che cercano occasioni per esprimere il proprio talento e perseguire una possibile carriera nel mondo della musica gospel, soul e r&b.
Grazie ad un’intensa attività di studio e di approfondimento della cultura gospel e spiritual dalle origini ai giorni nostri, il coro ha potuto ampliare i propri orizzonti artistici, non limitandosi a praticare soltanto le moderne forme del gospel bensì avvicinandosi alle sonorità più tradizionali conosciute e cantate dagli avi afroamericani.
In breve tempo il South Carolina Mass Choir è divenuto una delle formazioni più interessanti ed acclamate nel panorama internazionale.
Nel suo repertorio, brani classici rivisitati secondo il gusto e la creatività propri delle nuove tendenze contemporanee e caratterizzati da un sound esplosivo ma contemporaneamente carico di sfumature e suggestioni celestiali, tipiche della più genuina tradizione afroamericana. Un’originalissima fusione di ritmi moderni e sonorità antiche, di contemporaneità e passato, in un equilibrio musicale di notevole spessore artistico, in perfetta sintonia con l’atmosfera natalizia.

La bella addormentata

VENERDÌ 20 DICEMBRE 2019 ORE 21

 

BALLETTO DI MOSCA
RUSSIAN CLASSICAL BALLET

in

La bella addormentata

Balletto in un prologo e due atti

musiche
Pyotr Ilyich Tchaikovsky
coreografie
Marius Petipa
libretto
Marius Petipa e Ivan Vsevolojsky
scenografie
Russian Classical Ballet
costumi
Evgeniya Bespalova

direzione artistica
Evgeniya Bespalova

 

la bella addormentata per scheda

L’apoteosi della danza classica

Un sogno che risveglia la magia di antiche fiabe, in un mondo incantato di castelli, foreste, maledizioni e incantesimi. Solo il bacio dell’amor puro spezzerà il sortilegio!
Un intramontabile capolavoro della danza, fin dal suo debutto nel 1890. Perché La bella addormentata, sulle musiche immortali di Pyotr Ilyich Tchaikovsky, è, a tutti gli effetti, “il balletto dei balletti”, provvisto di una partitura musicale che offre alla coreografia la possibilità di esaltare la maestria e le abilità virtuosistiche degli interpreti. Consacrazione del Romanticismo, basata sul racconto di Charles Perrault La belle au bois dormant, quest’opera è una delle pièces più amate dal pubblico. La perfetta simbiosi tra la musica dell’illustre compositore (indimenticabili le eterne melodie come “Adagio della Rosa” e “Grande Valse Villageoise”, che rivelano il lirismo dell’autore) e le incantevoli coreografie di Marius Petipa è in grado di creare scenari unici, caratterizzati da delicatezza e armonia, rendendo La bella addormentata il più emblematico balletto classico russo. L’interpretazione dei personaggi – in particolar modo dei protagonisti, Principessa Aurora e Principe Desiré – richiede uno stile cristallino, elegante e fragile, ricco di virtuosismi tecnici particolarmente evidenti.

Un classico senza tempo presentato al Teatro dei Fluttuanti nella versione di una prestigiosa compagnia di ballo, il Russian Classical Ballet, diretto dalla famosa ballerina Evgeniya Bespalova, che si propone, già dalla sua fondazione avvenuta nel 2005 a Mosca, di conservare integralmente lo stile e la tradizione del balletto classico russo. La compagnia è composta da un cast di ballerini diplomati nelle più prestigiose scuole coreografiche (Mosca, San Pietroburgo, Novosibirsk, Perm), che danno corpo a questo ensemble in cui preparazione accademica ed esperienze internazionali si sposano con l’irriverenza di talenti emergenti nel panorama della danza classica moscovita. La produzione si distingue per eleganza, bellezza e realismo, con costumi barocchi particolarmente sfarzosi, un gruppo invidiabile di solisti e un corpo di ballo caratterizzato dalla professionalità di star ineguagliabili nel balletto russo. Un insieme di elementi da togliere il fiato, in grado di dare vita ad una performance esclusiva, imperdibile non solo per gli amanti del balletto russo e della danza classica.

Un borghese piccolo piccolo

MARTEDÌ 17 DICEMBRE 2019 ORE 21

 

MASSIMO DAPPORTO

in

Un borghese piccolo piccolo

tratto dall’omonimo romanzo di
Vincenzo Cerami
con
Susanna Marcomeni, Roberto D’Alessandro,
Matteo Francomano, Federico Rubino
musiche originali
Nicola Piovani
scene
Gaspare De Pascali
costumi
Sandra Cardini
luci
Valerio Peroni
assistente ai costumi
Alice Rinaldi
assistente alle scene
Valeria Di Maria
assistente alla regia
Alessandro Marmorini
produzione
Pietro Mezzasoma

adattamento e regia
Fabrizio Coniglio

un borghese piccolo piccolo per scheda

Una storia di feroce attualità

Tratto dal celebre romanzo di Vincenzo Cerami e già capolavoro cinematografico di Mario Monicelli con Alberto Sordi, Un borghese piccolo piccolo diventa una pièce e approda a teatro nell’interpretazione di uno straordinario attore, Massimo Dapporto, e con le musiche di Nicola Piovani. Il romanzo è un ritratto di agghiacciante attualità del nostro Paese. Sua peculiarità è la tinta grottesca con cui l’autore descrive le umili aspirazioni del protagonista Giovanni Vivaldi, il borghese piccolo piccolo, un uomo di provincia impiegato da oltre trent’anni al Ministero il cui più grande desiderio è quello di “sistemare” suo figlio Mario, proprio nello stesso posto di lavoro. Ma come ottenere una raccomandazione? Ecco l’inizio della sua ricerca disperata di una “scorciatoia” per garantire un futuro al ragazzo.
Una tragicommedia che regalerà momenti di comicità a tratti esilarante, ma che apre anche alla riflessione, al dibattito sull’uguaglianza di fronte alla legge, sulle pari opportunità di emancipazione socioeconomica, sul desiderio di raggirare le regole per ottenere facilmente ciò di cui si ha bisogno.
Il ridicolo e il drammatico, l’amarezza e la crudeltà. Un uomo che svela la sua disarmante semplicità. E, in fondo, la sua profonda umanità.

Giovanni e Amalia discutono di come il figlio Mario potrà trovare un lavoro, ora che ha conseguito il diploma di ragioniere. Apprendendo che si terrà un concorso per 1200 nuovi posti allo stesso ministero in cui lavora, Giovanni decide di iscrivere il ragazzo. Tuttavia, sapendo che questi non potrebbe mai superare l’esame, si reca dal suo capufficio per chiedere un aiuto. Il dirigente gli spiega che nel concorso vi saranno due prove, una orale e una scritta; in quella orale potrà favorire Mario, in quella scritta no. Vedendo Giovanni abbattuto, gli chiede allora se è disposto ad entrare nella Massoneria, in modo da poter conoscere anche lui il contenuto del test, usufruendo dei “vantaggi” che godono i membri della loggia. Giovanni accetta, entra nella Massoneria e, qualche settimana prima del concorso, ottiene le risposte dell’esame, che fa imparare a memoria a Mario. Il giorno del concorso padre e figlio si stanno recando al ministero quando alcuni rapinatori in fuga sparano e accidentalmente colpiscono il ragazzo, che muore. Amalia, per il dolore della morte del figlio, rimane vittima di una trombosi. Giovanni si abitua al nuovo modo di vivere. Un giorno, recandosi in questura per vedere i sospettati, riconosce l’assassino ma non dice niente. L’assassino viene rilasciato e sul tragitto viene seguito da Giovanni che lo cattura e lo conduce nella sua baracca vicino al lago dove lo tortura per diversi giorni. Nel giro di poco tempo l’assassino muore, Giovanni va in pensione ma proprio lo stesso giorno dell’agognato traguardo Amalia muore. Dopo i funerali, Giovanni seppellisce l’assassino dopodiché ritorna alla sua vita di prima.

Nota di Regia

La scorciatoia o la raccomandazione è avvertita dalla nostra società come qualcosa di necessario per sopravvivere: forse, in fondo, non crediamo più nella possibilità di essere tutti uguali di fronte alla legge e nelle pari opportunità di emancipazione sociale ed economica. Questo è lo snodo più fortemente attuale della storia che metteremo in scena. Racconteremo questo grande romanzo classico con il sorriso, che solo i grandi autori come Vincenzo Cerami hanno saputo e sanno ancora regalarci. Per questo motivo ci affidiamo all’arte di un grande interprete del nostro Teatro: Massimo Dapporto, capace di rendere il ridicolo e il tragico nello stesso tempo, l’amarezza e la crudeltà, e di regalare grande umanità e semplicità al protagonista.

Fabrizio Coniglio

W le donne

GIOVEDÌ 12 DICEMBRE 2019 ORE 21

 

RICCARDO ROSSI

in

W le donne

di
Riccardo Rossi e Alberto Di Risio
produzione
AB Management

regia
Cristiano D’Alisera

w le donne per scheda

Tutte le donne della nostra vita

La donna è la prima persona che conosciamo quando veniamo al mondo! Maschi o femmine è uguale: è sempre lei il nostro primo incontro. La mamma? No, l’ostetrica. Quella che ci schiaffeggia, “ma per il nostro bene”. Ma se le bambine crescendo diverranno sempre più “colleghe” della madre (prima o poi faranno un figlio anche loro), i maschi si ritroveranno per tutta la vita a fare i conti con “quell’essere” che li ha generati. I ruoli nel corso degli anni cambieranno: dopo la madre conosceranno la tata, la sorella, la nonna, la prima amichetta, la maestra, la fidanzata importante, la moglie, la figlia, la ex moglie, che si svelerà essere un’altra persona, poi la seconda moglie e si spera l’ultima, e così via, senza dimenticare ovviamente la più temuta: la suocera! (e addirittura la seconda suocera!). Grazie a tutti questi incontri con le donne nel corso della sua vita, all’uomo non resterà altro che fare l’unica cosa che non avrebbe mai voluto: crescere.

Riccardo Rossi, amatissimo personaggio televisivo e teatrale, con la consueta ironia, nel suo ultimo spettacolo porta sul palco tutte le donne con cui gli uomini si devono inevitabilmente imbattere nel corso della loro vita e ci racconta i dettagli di questo viaggio, con la piena consapevolezza della schiacciante superiorità femminile. ll pubblico, costantemente e perfettamente tenuto per mano, esplora con Rossi tutte le tappe di vita, unite dallo stesso filo conduttore: la duttilità della donna, che pur restando fedele alla propria personalità, cambia sempre, a seconda del ruolo che riveste. Se è dunque vero che il mondo ha bisogno delle donne, “le donne hanno bisogno di una sola cosa: rispetto”. Anche perché, come diceva Groucho Marx: “Gli uomini sono donne che non ce l’hanno fatta…”.

Concerto di Natale

MERCOLEDÌ 8 DICEMBRE 2021 ORE 17

 

ORCHESTRA GIOVANILE DI BOLOGNA

Concerto di Natale

direttore
M° Stefano Chiarotti

concerto di natale per scheda

Un pomeriggio di auguri all’insegna della grande musica

Un’orchestra composta da circa 80 musicisti di età compresa tra i 9 e i 25 anni, per una suggestiva interpretazione di celebri brani tratti dal repertorio classico.
L’Orchestra Giovanile di Bologna è una formazione di giovani e giovanissimi strumentisti che, oltre a vantare un’importante esperienza internazionale come promotrice di scambi con le più significative istituzioni nel campo dell’educazione musicale, conta una copiosa attività concertistica sia in Italia che all’estero.
Il progetto costituisce per questi giovani artisti una rara occasione dove coltivare con la massima cura l’esperienza della musica d’insieme e della formazione orchestrale, dall’organizzazione delle prove fino al concerto. La fase di preparazione del repertorio è seguita da professionisti specializzati, professori d’orchestra, tutor ed infine dal direttore d’orchestra, M° Stefano Chiarotti.
L’OGB è stata invitata ad esibirsi presso prestigiose istituzioni tra cui la Gewandhaus di Lipsia, una delle sale da concerto più celebri al mondo.