Tag: griglia stagione 2019-2020

Non svegliate lo spettatore

RINVIATO – DATA IN VIA DI DEFINIZIONE

 

LINO GUANCIALE

in

Non svegliate lo spettatore

di
Lino Guanciale
produzione
TSA – Teatro Stabile D’Abruzzo

regia
Davide Cavuti

non svegliate lo spettatore per scheda

Un omaggio a Ennio Flaiano

Dopo il successo di Itaca… il viaggio, Lino Guanciale e Davide Cavuti tornano di nuovo insieme in scena con uno spettacolo dedicato ad uno dei più grandi scrittori e sceneggiatori italiani.
Non svegliate lo spettatore è un omaggio alla vita e alle opere di Ennio Flaiano, scrittore (vincitore del “Premio Strega” del 1947 con Tempo di Uccidere) e sceneggiatore di numerose pellicole dirette da Federico Fellini (I Vitelloni, La strada, Le notti di Cabiria, La dolce vita, 8 ½), da Alessandro Blasetti (Peccato che sia una canaglia), da Steno-Monicelli (Guardie e Ladri) e di altri capolavori della cinematografia italiana.
Attraverso aneddoti, lettere e racconti i personaggi prendono forma diventando maschere senza tempo, i quadri proposti riverberano di senso etico, sociale, storico e proiettano lo spettatore, con i piedi fortemente poggiati sulle nuvole, nel mondo della letteratura, del cinema e del teatro grazie alla sapiente recitazione di uno straordinario attore quale Lino Guanciale, accompagnato dal commento musicale del maestro Davide Cavuti. Il rapporto tra cinema, teatro, letteratura e musica diventa la chiave di lettura per penetrare i valori di interscambio tra cultura-formazione-apprendimento affinché siano di stimolo per la ricerca e l’approfondimento delle opere dei grandi scrittori spesso dimenticati.

La buona novella

RINVIATO – DATA IN VIA DI DEFINIZIONE

 

FABERNOSTER

in

La buona novella

la buona novella per scheda

Il Vangelo secondo De André

Quando scrissi “La buona novella” era il 1969, in piena lotta studentesca, e le persone meno attente – che sono poi sempre la maggioranza di noi – compagni, amici, coetanei, considerarono quel disco come anacronistico. Mi dicevano: “Ma come? Noi andiamo a lottare nelle università e fuori dalle università contro abusi e soprusi e tu invece ci vieni a raccontare la storia – che peraltro già conosciamo – della predicazione di Gesù Cristo.” Non avevano capito che in effetti La Buona Novella voleva essere un’allegoria – era una allegoria – che si precisava nel paragone fra le istanze migliori e più sensate della rivolta del ‘68 e istanze, da un punto di vista spirituale sicuramente più elevate ma da un punto di vista etico sociale direi molto simili, che un signore 1969 anni prima aveva fatto contro gli abusi del potere, contro i soprusi dell’autorità, in nome di un egalitarismo e di una fratellanza universali. Si chiamava Gesù di Nazaret, rimasto il più grande rivoluzionario di tutti i tempi.

Fabrizio De André

Un omaggio all’indimenticabile Fabrizio De André a 50 anni dalla prima uscita dell’album che dà il titolo a questo progetto del gruppo musicale FaberNoster, storica band reggiana da anni instancabile divulgatrice dell’opera e della poetica del cantautore genovese, ormai divenuta punto di riferimento per l’interpretazione della Canzone DeAndreiana. Ispirata ai Vangeli Apocrifi, La buona novella è una grande “tela” fatta di trame musicali e limpide narrazioni che svelano l’uomo dietro il divino, l’umanità dietro la santità, in un atto di testimonianza rivoluzionario.

Gagmen – I fantastici sketch

RINVIATO – DATA IN VIA DI DEFINIZIONE

 

LILLO&GREG

in

Gagmen – I fantastici sketch

di
Claudio Gregori e Pasquale Petrolo
con
Vania Della Bidia, Attilio Di Giovanni e Marco Fiorini
scene
Andrea Simonetti
produzione
LSD srl

regia
Lillo&Greg e Claudio Piccolotto

gagmen per scheda

Due supereroi molto particolari…

Un graditissimo ritorno sul palcoscenico del Teatro dei Fluttuanti!
Un nuovo sfavillante “varietà” firmato Lillo&Greg che ripropone intramontabili cavalli di battaglia della storica coppia comica e novità assolute sotto forma di sketch. L’umorismo colto e sagace del famoso duo torna sul palco, più forte che mai, con pillole esilaranti di risate concentrate.
Gagmen – I fantastici sketch. Il titolo parla chiaro: la forma più basica e diretta della comicità di Lillo&Greg, gli sketch, essenza più pura del divertimento, depurato da qualsiasi orpello narrativo. Soltanto Lillo, Greg ed il loro carisma per una rivisitazione personale e molto attuale della più classica tradizione di sketch. Una lettura della realtà colta e intramontabile che non teme confronti stilistici o temporali grazie al suo stretto legame con le attitudini umane più viscerali e per questo immutabili e sempre attuali. Gagmen riporta in auge vecchie glorie del duo che, strizzando l’occhio al noto filone cinematografico dei supereroi fumettistici, punta a far ridere di pancia anche il più serio degli spettatori. I due comici si rivelano, dunque, supereroi della risata con un’esilarante scaletta che attinge sia dal loro repertorio teatrale che da quello televisivo e radiofonico, portando sul palco sketch come “Che, l’hai visto?” (rubrica cult del famigerato programma radiofonico 610 condotto dai due) o “Greg Anatomy” (parodia della serie tv Nip/Tuck, tratto dal programma televisivo “The show must go off” al tempo condotto da Serena Dandini) o ancora “Normal Man”.
Una miscela esplosiva ed esilarante che finalmente porta radio e tv in teatro, per una sintesi perfetta, arguta, sottile, colta e scoppiettante come solo questo celebre duo riesce a fare.

Hamlet

RINVIATO – DATA IN VIA DI DEFINIZIONE

 

GIORGIO PASOTTI
MARIANGELA D’ABBRACCIO

in

Hamlet

liberamente tratto da “Hamlet” di
William Shakespeare
traduzione e adattamento
Alessandro Angelini, Antonio Prisco
con
Gerardo Maffei, Claudia Tosoni, Rosario Petix, Pio Stellaccio,
Andrea Papale, Salvatore Rancatore
scene
Alessandro Chiti
costumi
Sabrina Beretta, Serena Manfredini
musiche
Davide Cavuti
comunicazione
Paolo Basile
aiuto regia
Chiara Menozzi
produzione
Stefano Francioni Produzioni/Teatro Stabile D’Abruzzo/Fattore K

regia
Francesco Tavassi

foto giorgio mariangela

Un eroe senza tempo. Uno di noi

Amleto è il più moderno fra gli eroi shakespeariani. Questo perché, già diversi secoli prima della nascita della psicanalisi, egli s’impone come un personaggio dalla psiche profonda e complessa. La sua battaglia, prima ancora che col mondo esterno, è interiore e quindi attuale. Non devono trarre in inganno le armi, il regno di Elsinore, il linguaggio d’altri tempi… Amleto vive e si nutre ad ogni rivisitazione del tributo che si paga ai capolavori; adattandolo non se ne scalfisce il valore, semmai lo si rinnova. Ad ogni rivisitazione il suo mito cresce, si scoprono nuove aderenze alla contemporaneità. Nella sua incapacità di scegliere – nel subire il peso fisico e terreno che deriva da tali indecisioni – nell’isolamento che arriva a sfiorare la follia, Amleto è un personaggio dei giorni nostri. Un uomo imprigionato nella sua condizione, simile in tutto e per tutto a quelli che s’incontrano lungo i marciapiedi delle nostre città. Uomini di ogni età e ceto sociale, incapaci di reagire alle avversità che li hanno presi di mira, paralizzati in attesa di un evento che li strappi alla loro condizione e li risollevi, animati dal desiderio di rivalsa verso la società che li ha declassati, la donna che li ha delusi, gli affetti che avrebbero dovuto proteggerli.

Mi piace… di più

RINVIATO – DATA IN VIA DI DEFINIZIONE

 

GABRIELE CIRILLI

in

Mi piace… di più

di
Gabriele Cirilli, Maria De Luca, Giorgio Ganzerli, Gianluca Giugliarelli
produzione
MAGAMAT srl

regia
Gabriele Cirilli

mi piace... di più per scheda

Viviamo davvero tutti per un “like”?

Viviamo tutti per un “like”, in italiano “mi piace”. La nostra vita è un continuo avere e dare un giudizio, sin dalla mattina quando ci alziamo e ci guardiamo allo specchio oppure quando scegliamo un vestito, gli amici da frequentare, quando ordiniamo al ristorante o quando scegliamo di andare in vacanza, i programmi tv da guardare, il film al cinema da vedere, il politico da votare, la musica da ascoltare o i libri da leggere, la dieta da fare, la squadra di calcio da tifare, le persone da seguire sui social. Continuamente apprezziamo o siamo apprezzati, giudichiamo e veniamo giudicati. Insomma “mi piace” è la parola chiave della nostra esistenza! Se “piaci” o “ti piace” è fatta!

Mi piace… di più è lo spettacolo che Gabriele Cirilli propone per la stagione 2019/2020, ripartendo dal successo di quella appena trascorsa. Uno spettacolo si costruisce nel tempo. Si allestisce e si perfeziona, replica dopo replica, e non c’è mai una fine nella ricerca della rappresentazione perfetta, perché ogni replica è un debutto, una prova d’attore che Gabriele non disattende mai. Una performance che attraversa tutti i generi del teatro comico: dalla commedia degli equivoci al cabaret, attraverso monologhi, canzoni e balletti che impegnano l’amatissimo artista in una prova d’attore completa e sfaccettata. Lo show si dipana attraverso il backup del suo cellulare. Scorrono velocemente delle immagini che forniscono lo spunto per parlare di cose, persone, avvenimenti, vissuti o immaginati, con un ritmo serrato. Il filo conduttore è la risata, che si diffonde contagiando immancabilmente anche lo spettatore più scettico e serio. Il coinvolgimento è totale anche perché… chi può rimanere indifferente a un “mi piace”?

MI PIACE il palcoscenico, il rumore delle assi di legno che cigolano sotto i miei passi.
MI PIACE il momento in cui sto per entrare in scena, quando il panico si mescola con la scarica elettrica della sfida che sto per affrontare.
MI PIACE il calore dell’applauso, e soprattutto lo scoppio della risata che consacra ogni goccia di sudore e mi fa sentire al settimo cielo. Questo spettacolo è il mio show col quale riesco ad abbracciare il pubblico fino a portarlo dopo due ore in camerino da me soddisfatto, appagato, stupito, colpito, ammirato, basito, sorridente, insomma GUARITO per un paio d’ore dalla quotidianità che non è sempre così divertente.
MI PIACE sentire a fine spettacolo “Che bello, mi sono divertito tantissimo. Ho riso per due ore”.
E questo, devo dire, è la cosa che MI PIACE… DI PIU’!

Gabriele Cirilli

Progetto Beethoven

RINVIATO – DATA IN VIA DI DEFINIZIONE

ORCHESTRA SINFONICA E CORO DEL CONSERVATORIO “G.B. MARTINI” DI BOLOGNA

CORO DELLA CAPPELLA DI SAN PETRONIO DI BOLOGNA

in

Progetto Beethoven

Musiche di Ludwig van Beethoven in occasione del 250° anniversario della nascita

direttore
M° Vincenzo De Felice
maestri dei cori
M° Roberto Parmeggiani, M° Michele Vannelli

progetto beethoven 1 per scheda

Beethoven 2020

Dopo il grande successo della scorsa stagione, una nuova collaborazione fra Teatro dei Fluttuanti e Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna, una delle istituzioni musicali più prestigiose a livello internazionale, questa volta per un tributo al grande compositore tedesco, in occasione delle celebrazioni per il 250° anniversario della sua nascita. Un centinaio di artisti impegnati a far risuonare dal palcoscenico capolavori di musica immortale per una serata assolutamente indimenticabile.

L’Orchestra del Conservatorio “G.B. Martini” di Bologna ha avuto origine ai tempi di Gioachino Rossini, che in veste di “consulente” del Liceo Filarmonico – di cui era il fondatore e il direttore – pare aver diretto i giovani strumentisti dell’istituto anche in qualche sinfonia di Beethoven. Successivamente molti illustri direttori si sono avvicendati sul podio tra cui Giuseppe Martucci, Marco Enrico Bossi e Ferruccio Busoni e – più recentemente – Roberto Abbado.
L’Orchestra è oggi una realtà ove convivono le giovani leve di strumentisti e i loro docenti, spesso compagni di leggio nell’esecuzione di capolavori di un passato sempre presente, e di musiche sgorgate dall’ingegno degli allievi delle classi di composizione, espressione vivida delle avanguardie del nostro tempo.

Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione

VENERDÌ 21 FEBBRAIO 2020 ORE 21

 

LELLA COSTA

in

Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione

da
“Il catalogo delle donne valorose” di Serena Dandini
scrittura scenica
Lella Costa e Gabriele Scotti
scene
Maria Spazzi
costumi
Antonio Marras
produzione
Mismaonda/Carcano Centro d’Arte Contemporanea/Centro Teatrale Bresciano

progetto drammaturgico e regia
Serena Sinigaglia

se non posso ballare per scheda

Quel valoroso catalogo

Mary Anderson ha inventato il tergicristallo. Lillian Gilbreth la pattumiera a pedale. Maria Telkes e l’architetto Eleonor Raymond i pannelli solari. Entrano in gruppo, scambiandosi idee geniali per migliorare il vivere quotidiano. Ci sono Marie Curie, nobel per la fisica, e Olympe De Gouge che scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. Ci sono Tina Anselmi, primo ministro della Repubblica italiana, e Tina Modotti, la fotografa guerrigliera. Martha Graham che fece scendere dalle punte e Pina Baush che descrisse la vita danzando. E poi c’è Maria Callas con la sua voce immortale come immortale è il canto poetico di Emily Dickinson. C’è Angela Davis che lottò per i diritti civili degli afroamericani e c’è la fotoreporter Ilaria Alpi. Le sorelle Bell: Vanessa e naturalmente Virginia, la Woolf! Entrano una dopo l’altra, chiamate a gran voce con una citazione, un accento, una smorfia, un lazzo, una canzone, una strofa, un ricordo, una poesia, un gemito, una risata. O solo col nome, che a volte non serve aggiungere altro. Entrano nel gran salone da ballo ciarlando e muovendo le vesti. Si aggirano come fossero, finalmente, felici tutte, per dirla con Elsa Morante che è lì con loro. E ballano. Ballano Ingrid Betancourt, Hannah Arendt, Annie Besant, Grazia Deledda, Yolanda D’Aragona, Anna Frank, Eloisa, Artemisia Gentileschi e molte, molte altre, fino a farci girare la testa ed essere più di … cento! Una al minuto. Tante eppure non ancora tutte le valorose nella voce e nei gesti di Lella Costa che come un gran cerimoniere le invita ad entrare e balla con loro. Perché, come disse magistralmente e per sempre una di loro, Emma Goldman: “Se non posso ballare, questa non è la mia rivoluzione”.

Un omaggio ad alcune figure femminili, esempi di coraggio, lotta e determinazione, che hanno lasciato un segno nel mondo. Donne che sono uscite dal margine prefissato loro dalla società, compiendo grandi imprese nell’ambito sociale, storico, scientifico e artistico. Donne intraprendenti, controcorrente, spesso perseguitate, a volte incomprese: forti e generose, sempre pronte a lottare per raggiungere traguardi che sembravano inarrivabili, se non addirittura impensabili. Donne valorose che seppure hanno segnato la storia, contribuendo all’evoluzione dell’umanità, per uno strano sortilegio raramente vengono ricordate, con difficoltà appaiono nei libri di storia e tanto meno sonori conosciute come maestre e pioniere.

Unite da un percorso comune di militanza per l’affermazione del punto di vista femminile, Serena Dandini e Lella Costa si ritrovano a convergere all’interno di un progetto teatrale che porta la firma di Serena Sinigaglia: alcune delle Valorose ritratte da Serena nel suo libro saranno rigenerate con nuova linfa nella riscrittura scenica e nell’interpretazione di Lella Costa, in un gioco di rimandi, anche scenografici, tra le trame che hanno distinto le loro vite.

Miss Marple – Giochi di prestigio

MARTEDÌ 18 FEBBRAIO 2020 ORE 21

 

MARIA AMELIA MONTI

in

Miss Marple – Giochi di prestigio

di
Agatha Christie
adattamento teatrale
Edoardo Erba
con
Alberto Giusta, Sabrina Scuccimarra, Sebastiano Bottari, Marco Celli,
Giulia De Luca, Stefano Guerrieri, Laura Serena
scena
Luigi Ferrigno
costumi
Alessandro Lai
luci
Cesare Accetta
musiche
Francesco Forni
produzione
Gli Ipocriti Melina Balsamo

regia
Pierpaolo Sepe

miss marple per scheda

Dov’è il trucco?

Siamo alla fine degli anni ’40, in una tetra e nebbiosa villa vittoriana della campagna inglese. Miss Marple è andata a trovare la sua vecchia amica Caroline, una filantropa che vive lì col terzo marito, Lewis, e vari figli e figliastri dei matrimoni precedenti. Di questa famiglia allargata fa parte anche uno strano giovane, Edgard, che aiuta Lewis a dirigere le attività filantropiche. Il gruppo è attraversato da malumori e odi sotterranei, di cui Miss Marple si accorge ben presto. Durante un tranquillo dopocena, improvvisamente a Edgard saltano i nervi: pistola in pugno minaccia Lewis e lo costringe a entrare nel suo studio. Il delitto avviene sotto gli occhi terrorizzati di tutti. Ma le cose non sono come sembrano. Toccherà a Miss Marple, in attesa dell’arrivo della polizia, capire che ciò che è successo non è quello che tutti credono di aver visto. Il pubblico è stato distratto da qualcosa che ha permesso all’assassino di agire indisturbato. Come a teatro. Come in un… gioco di prestigio!

Suspence, humour e colpi di scena per un avvincente giallo in cui l’impareggiabile Miss Marple svelerà l’inganno che si cela dietro a due omicidi all’apparenza perfetti. La più famosa detective di Agatha Christie sale per la prima volta su un palcoscenico italiano. E lo fa con la simpatia di Maria Amelia Monti e un gruppo affiatato di attori.

Nota di Regia

Non stupisce come tra tutti i generi – letterari e non – il giallo rimanga il più popolare. Come del resto testimonia il proliferarsi di serie tv che portano questo marchio, e quello dei suoi vari sottogeneri: noir, thriller, poliziesco. Ciò che sorprende invece è il fatto che un ambito così truculento abbia tra i capostipiti un’anziana signora inglese, Agatha Christie, e che proprio a lei dobbiamo l’invenzione di una delle prime “criminologhe” della storia: Miss Jane Marple. Da abile conoscitrice della natura umana, Christie ha saputo sfruttare, come nessun altro, la sottile seduzione che l’uomo avverte nei confronti del suo aspetto più letale, dei suoi istinti più cruenti, e se ne è servita per costruire trame che rimangono tutt’oggi capolavori di suspense e di mistero. I lavori di Agatha Christie non sono certo una novità per Edoardo Erba, traduttore italiano dei suoi testi teatrali e autore del nostro adattamento, ma è stato solo con l’apporto di un’attrice del calibro di Maria Amelia Monti che è stato possibile immaginarsi di portare per la prima volta sul palcoscenico la sua detective più famosa; Miss Marple, per l’appunto. Ho lasciato libera Maria Amelia di inventare la ‘sua’ Marple, e quel che ne è risultato è un personaggio molto diverso dalla placida vecchina di campagna, come siamo soliti vederla. Questa Marple assomiglia molto di più a quella dei primi romanzi della Christie; più dispettosa, rustica e imprevedibile, ma sempre dotata di quella logica affilata che le permette di arrivare al cuore delle vicende. La vediamo seduta a fare la sua maglia, come chi insegue una linea di pensiero intrecciato su se stesso, per sbrogliare la matassa e ritrovare il filo della verità. Come un fool scespiriano in continuo contrappunto con il resto dei personaggi – indaffarati a inseguire i propri affanni – Miss Marple sottolinea con ironia e leggerezza le ridicole passioni da cui nessuno è immune, restituendoci con sfrontata franchezza la natura umana per quella che è, senza lasciarsi abbindolare dalle maschere che quotidianamente indossiamo per celarla agli occhi degli altri. Le scene, le luci, i costumi e le musiche, concorrono a costruire un thriller cupo e carico di tensione, continuamente alleggerito dall’intelligente e irresistibile ironia di Maria Amelia Monti. Bisogna veramente essere dei grandi prestigiatori per raccontare i gialli, e dove, se non a teatro – il luogo della dissimulazione per eccellenza – può riuscire il trucco più rischioso di tutti?

Pierpaolo Sepe

Killer Queen

VENERDÌ 14 FEBBRAIO 2020 ORE 21

 

OFFICIAL ITALIAN QUEEN PERFORMERS

in

Killer Queen

killer queen per scheda

Un acclamato ritorno

I Killer Queen sono la prima cover band dei Queen in Europa. Nati ventuno anni fa dall’unione di alcuni tra i migliori musicisti dell’area fiorentina, essi diventano da subito punto di riferimento per i fans italiani del celebre gruppo, tanto da essere riconosciuti da ‘We Will Rock You’ (Official Italian Queen Fans Club) come ‘tribute band ufficiale’ per l’Italia.
Da allora sono stati più di 650 i concerti, in Italia ed Europa, oltre alle decine di raduni organizzati. I Killer Queen propongono da sempre una propria “filosofia” di tributo, incentrata non tanto sulla somiglianza fisica, quanto sulla passione e sulla qualità del repertorio e dello spettacolo proposto. Scelta molto apprezzata dai fans, che ha totalmente contraddistinto questo gruppo negli anni da ogni altro tributo alla storica band e della quale vanno fieri.
Lo spettacolo è incentrato sull’esecuzione live di un vasto e sempre aggiornato repertorio di musica dei Queen, arricchito dall’interazione con svariati videoclips che rendono lo show di grande impatto.
Dal 2012 il legame con il mondo Queen si fa più stretto, quando il gruppo viene invitato a suonare come band di Kerry Ellis e successivamente ingaggiato per suonare all’Arena di Verona come band di supporto a Brian May, chitarrista e cofondatore dei Queen.

Insieme per sbaglio

MERCOLEDÌ 12 FEBBRAIO 2020 ORE 21

 

DAVIDE DAL FIUME
MARCO DONDARINI

in

Insieme per sbaglio

di
Davide Dal Fiume e Marco Dondarini
produzione
Bottega del Buonumore

insieme per sbaglio per scheda

Risate assicurate!

Due comicità opposte, quelle di Marco Dondarini e Davide Dal Fiume: il primo più sanguigno e diretto, il secondo più surreale. Dalla interazione tra loro e dal feeling naturale che si crea in questa coppia di attori, prende corpo un tipo di comicità inaspettata e piacevolissima. Un sodalizio comico che giunge al proficuo passando per l’improbabile; un duo in cui i ruoli di spalla e comico si confondono e si mescolano continuamente; un risultato che è il punto di incontro di percorsi differenti. Insomma, si tratta di un vero e proprio tre per due teatrale.
I due, come suggerisce il titolo del loro primo spettacolo teatrale, sono Insieme per sbaglio: Davide e Marco, si sono ritrovati insieme sul palco per un errore di scaletta durante una carrellata di comici e hanno iniziato a improvvisare, ricevendo l’apprezzamento del pubblico. Immediatamente un autore televisivo di Zelig, vedendone le potenzialità, li ha voluti per la trasmissione e da allora hanno continuato a lavorare insieme… e pare ne abbiano in serbo delle belle!
Lo spettacolo mette in scena quadri di vita quotidiana, dipinti con un tratto originale e colorato. Il messaggio, apparentemente basato sulla semplicità, vuole essere di calore umano: i punti di vista originali e surreali, talvolta anche desueti che ne scaturiscono creano un naturale processo di coinvolgimento e di riflessione. A differenza di molti cabarettisti, Dondarini/Dal Fiume sono capaci di attirare l’attenzione del pubblico senza ricorrere necessariamente alle battute ad effetto. Attraverso l’improvvisazione e l’estro del momento sanno, infatti, regalare spassosi siparietti di puro intrattenimento, riuscendo sempre a confezionare spettacoli molto godibili.